1954 - CANTINE UNIVERSALI

Committente: 1954 – Cantine Universali

Luogo: Ragusa

Anno: 2023

Si scorre come il vino tra la pietra e il legno, in un luogo che narra di cultura, tradizioni, famiglia. Dalla dedizione della Committenza per un mestiere che diventa passione nasce la necessità di uno spazio, degno di conservare e condividere una storia preziosa e avvincente, lunga una vita.

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Progetto Architettonico, coordinamento e Direzione Lavori
DFG Architetti Associati

Progetto Strutture
Ingegnere Giorgio Scrofani

Progetto Impianti
Ingegnere Donato Blanco
Los Project

Fotografie: Marcello Bocchieri Fotografo – Ragusa


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La nuova Enoteca, che è molto di più di un locale, vuole essere un punto di incontro esclusivo, elegante ma allo stesso tempo accogliente e informale, in cui intraprendere un percorso multisensoriale intorno all’enogastronomia.

1954 – Cantine Universali nasce nel centro storico di Ragusa e si articola tra i bassi commerciali di due edifici distinti e separati sia strutturalmente sia per epoca di costruzione, che si affacciano su due strade a quote leggermente diverse. L’ingresso si apre nei locali dell’edificio posto alla quota inferiore, lungo la strada principale, introducendo alla zona rivendita. Questa è caratterizzata dalla presenza del bancone e dalle bottigliere in legno a tutta altezza, in una atmosfera calda, accogliente, vibrante. Le etichette scintillano tra il rovere e il noce, su un pavimento minerale di lastre di pietra locale. Da qui si percepisce la conformazione dell’Enoteca: una successione di ambienti irregolari, quasi vernacolari, ricavati tra le murature degli edifici preesistenti, su piani ascendenti, collegati tra loro da piccoli gruppi di gradini. Le lastre di pietra a pavimento rivestono tutto il percorso, attraverso le varie camere e le loro gradinate, che appaiono come piccole cascate tra laghi comunicanti. Dal mood contemporaneo, urbano, estroverso della rivendita, si accede ad ambienti che via via si fanno più silenziosi, materici, introspettivi. Alle pareti rivestite in legno e rame si sostituiscono le murature in blocchi di pietra delle volte a botte, bagnate dalla luce radente dei faretti a pavimento, che ne esaltano la superficie ruvida e irregolare. Ai mobili lignei si sostituiscono le esili e scultoree bottigliere realizzate in barre metalliche color antracite. Dal contemporaneo all’antico, dal presente al passato. In questo modo, il viaggio attraverso lo spazio è anche un viaggio nel tempo. Il passaggio attraverso queste due dimensioni è sottolineato ancora di più dalla corte interna, coperta da una lastra di vetro per permettere alla luce naturale di scivolare all’interno del cavedio, fonte di vita di una vegetazione lussureggiante. L’ultima sala, l’ antico magazzino, è adibita alla degustazione ed è arredata in modo essenziale. Esili tavolini e sedie in trame metalliche lasciano trasparire la matericità dell’ambiente voltato. La luce a pavimento li attraversa creando disegni astratti di ombre sulla superficie della volta, che mostra orgogliosamente i segni del tempo e dei suoi numerosi rimaneggiamenti. Colpisce suito il vuoto a pavimento, un’antica cisterna, riutilizzata come cantina per i vini più pregiati, e chiusa da un vetro stratificato temperato extra chiaro. Completa la composizione il volume di fondo, testata di chiusura dell’intero progetto, un blocco servizi color rame in cui trovano posto altre cantinette refrigerate, l’impianto di condizionamento e i bagni. Un ulteriore salto tra una dimensione e l’altra, un immersione totale nel colore prima di raggiungere i servizi igienici, dove riappaiono il materiale dominante della sala, la pietra nelle sue diverse forme.

L’intervento più significativo dal punto di vista strutturale è stata la creazione del varco centrale nella zona rivendita, mediante cerchiatura metallica, proprio per creare la connessione visiva tra tutti gli ambiti del progetto. Si è potuto ottenere in questo modo il percorso più fluido e più lineare possibile attraverso le diverse ambientazioni del progetto
che conducono progressivamente dal contemporaneo all’antico, dal presente al passato, in una successione di scenari cangianti.

Le bottigliere dell’ingresso/rivendita sono state concepite come fitte trame tridimensionali. Il vino emerge dai pori di una membrana lignea avvolgente e fortemente strutturata. L’illuminazione è parte delle superfici del progetto, integrata tra gli elementi compositivi. Essa mostra, esalta, talvolta cela, segue sinuosa le linee del progetto, accarezza.

L’attenzione per il dettaglio, il connubio tra le materie, l’equilibrio delle forme, l’armonizzazione della luce. Sono solo alcune delle alte ambizioni che hanno accompagnato tutto l’iter progettuale e realizzativo per la creazione di un vero e propria “wunderkammer” in cui l’ospite possa esperire l’essenza più autentica dei prodotti, quella fatta anche di immagini archetipe, ricordi ancestrali, tradizioni lontane nel tempo, echi di storie vissute.

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