Torre degli Spagnoli

Committente: Comune di Carpi

Luogo: Carpi

Anno: 2023

Un gesto semplice, essenziale, coinciso. Un velo, un tessuto vitale, che entra all’interno del Palazzo dei Pio e si posa sull’area da riqualificare. Ha origine una nuova piazza, con le sue percorrenze, la sua socialità, il suo dinamismo, che non si rassegna però a due sole dimensioni: con un atto potente, ma gentile, le trame della nuova pavimentazione si innalzano verticalmente, a pochi metri di distanza dal prospetto est della Torre degli Spagnoli.


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Una pelle trasparente trascina al suo interno i flussi del cortile, che vi si arrampicano secondo traiettorie tortuose, sfiorando murature secolari da punti di vista inimmaginabili. Il nuovo collegamento richiesto diventa quindi una piazza verticale, in cui le traiettorie umane si cristallizzano nei volumi della scala, riducendo il tema al confronto tra uomo e architettura, tra vita e memoria, tra il presente e il pre-esistente. Il progetto si distacca totalmente dalla preesistenza, la sua struttura è autoportante e indipendente; perfino i pochi collegamenti ai piani che superano lo spazio tra il nuovo corpo scala e il prospetto della Torre sono pensati come mensole aggettanti. Il nuovo volume è la piazza che si piega in verticale, un setto scatolare reticolare, e la sua conformazione strutturale lo rende molto trasparente, lasciando intravedere l’edificio retrostante. I colori del progetto vanno dal corten al brunito, compatibilmente con le cromie caratteristiche del luogo. La scala è pensata come un vero e proprio attrattore, un’esperienza per scoprire il complesso e la città da punti di osservazione interessanti, sia da percorrere interamente, sia da utilizzare come affaccio dalle sale interne della Torre. Lo sbocco del nuovo collegamento verticale è posto centralmente rispetto alla nuova piazza e la sua conformazione lo rende compatibile con la funzione di nuovo ingresso alla Torre, in quanto è compartimentabile mediante idonee chiusure. Grazie alla flessibilità del progetto, non è da escludere anche il suo eventuale adattamento a spazio “indoor” climatizzato, in base alle esigenze della Committente. Il percorso della scala è breve, chiaro, univoco, segnato dal parapetto e dai corrimano continui, ma allo stesso tempo rompe la banalità grazie a due deviazioni che bucano la pelle del setto strutturale e portano le rampe in aggetto non solo verso il cortile, ma anche verso il paesaggio urbano. Dei veri e propri punti panoramici per dare al visitatore una lettura ancora più profonda e emozionale dei luoghi. Lo schema strutturale ricalca la dicotomia tra piazza e flussi, in quanto la scala ha la sua ossatura indipendente, costituita da travi reticolari che corrono lungo entrambi i parapetti, le quali si agganciano alla struttura principale del setto scatolare reticolare. All’interno del setto corre anche l’ascensore vetrato e il cavedio tecnico, ben più grande di 25x80cm per una maggiore flessibilità nell’ipotesi di eventuali interventi futuri. Il progetto, che richiama formalmente anche le Stele del Museo del Deportato, è un esplicito tentativo di interconnessione tra Palazzo e Città, tra pieno e vuoto, tra dimensione umana e dimensione urbana; è un gesto forte, ma rispettoso; è riconoscibile, i suoi materiali compatibili, è totalmente reversibile e persegue la logica del minimo intervento. Un progetto interdisciplinare che mette al centro l’uomo, la sua esperienza cognitiva, il desiderio di fuga dal banale, ma anche la volontà di scoprire, conoscere e inter-agire nel contesto.

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